lunedì 19 novembre 2012

APPELLO DEL COORDINAMENTO SCUOLE TERNI ALLA MOBILITAZIONE



Il 16 novembre si è costituito il COORDINAMENTO SCUOLE DI TERNI che invita i lavoratori delle scuole della provincia, docenti ed ATA, precari e precarizzati, gli studenti e i genitori a partecipare alle iniziative contro la legge di stabilità e la legge 953 (ex Aprea). I docenti presenti hanno deciso di riconvocarsi in assemblea in data 30 novembre alle h. 16.30 presso la sala Laura della Siviera in via Carrara 2.
I docenti delle scuole SMS L. da Vinci - Orazio Nucola, SMS B. Brin, Liceo Ghandi-Narni, LSU Angeloni, IPSIA, IISAG, LS  DONATELLI, IISPTC CASAGRANDE-CESI  chiedono:
1.       il ritiro immediato dei provvedimenti sulla scuola contenuti nel DdL di stabilità
2.       Il rinnovo del CCNL scaduto nel 2009 e l’adeguamento delle retribuzioni ai parametri europei;
3.       L’immediato  riconoscimento economico degli scatti di anzianità.
Il COORDINAMENTO SCUOLE DI TERNI propone le seguenti forme di lotta ( da adottare in toto o solo in parte):
1.  blocco delle attività extracurricolari (coordinamento di classe e di dipartimento, progetti, commissioni, uscite e viaggi di istruzione, colloqui pomeridiani con i genitori e tutto quanto non espressamente previsto dal CCNL);
2.  blocco delle nuove adozioni dei libri di testo;
3.  organizzare giornate di autogestione delle scuole insieme agli studenti, durante le quali i docenti svolgano attività didattica alternativa spiegando agli studenti e alle famiglie la gravità dell’ attacco in corso alla scuola pubblica e l’importanza della sua difesa;
4. convocare assemblee RSU in orario di lavoro per discutere delle forme di mobilitazione;
5.  valutare il blocco degli scrutini del primo quadrimestre e finali;
6.  rifiuto di collaborare ai test INVALSI;
7.  organizzare lezioni pubbliche nelle piazze della città e una manifestazione cittadina insieme a studenti, genitori e cittadini.
8.   partecipare allo sciopero nazionale della scuola del 24 novembre.
Ancora tagli agli organici. Otto anni di blocco sugli stipendi (con perdita dal 2006 del 25% del potere d’acquisto), senza più nemmeno l’indennità di vacanza contrattuale.Un patente disprezzo per il quotidiano lavoro dei Docenti che ha spinto la nostra classe politica ad ipotizzare un aumento di sei ore di insegnamento settimanale a parità di stipendio con lo scopo dello smantellamento della scuola statale, mentre continuano i finanziamenti alle scuole private (223 milioni di euro). Se pure questa nefasta ipotesi sembra rientrata per la netta opposizione dei docenti, rimangono però i tagli di 160 milioni di euro alla scuola pubblica, mentre si confermano le gigantesche spese militari e i privilegi per le caste di potere.
La nostra preoccupazione di docenti va anche alla prossima trasformazione in legge del Ddl 953 (ex disegno di legge Aprea) sulla “Autonomia statutaria delle Istituzioni Scolastiche”. Questa legge al posto dell’attuale Consiglio d’Istituto prevede la creazione di un «consiglio dell’Autonomia» di cui non farà più parte il personale non docente della scuola, al posto del quale troveremo invece «membri esterni, scelti fra le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, in numero non superiore a 2 […]» (art. 4). La logica della convenienza privata e della clientela si sostituirà così al controllo democratico dell’interesse collettivo, perché ogni scuola sarà esposta ai poteri forti presenti nel territorio. Ogni Consiglio dell’Autonomia elaborerà uno «Statuto autonomo», diverso per ciascuna delle diecimila scuole italiane. Lo Stato non garantirà più le pari opportunità degli studenti nell’esercizio del diritto allo studio.
Lo Statuto definirà inoltre in ogni scuola le regole secondo cui studenti e genitori avranno il diritto di partecipare; cancellando così il Decreto Legislativo 297/94 (Testo Unico sulla scuola) che finora dettava le norme sugli organi collegiali che hanno dato voce a tutte le componenti della scuola.
Lo Statuto autonomo di ogni singola scuola scavalcherà le competenze didattiche dei Docenti e la loro libertà di insegnamento (art. 6 c. 4) e verrà istituito un «nucleo di autovalutazione» di cui faranno parte membri esterni, che giudicheranno in collaborazione con l’Invalsi (art.8). L’articolo 10 prevede l’opportunità di «ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico delle loro attività»; tali soggetti avrebbero il proprio posto nel Consiglio dell’Autonomia, condizionandone le scelte, secondo criteri altri rispetto a quelli della libertà di ricerca, di pensiero, di insegnamento, di apprendimento, sancita dalla Costituzione.
Alla gravità del progetto si aggiunge la gravità del metodo usato per farlo diventare legge dello Stato. Infatti il 4 aprile 2012 la Camera ha trasferito il testo unificato alla VII Commissione Cultura in sede legislativa. Di conseguenza, il testo unificato sarà reso legge a tutti gli effetti dalla Commissione e non dal Parlamento.

La Scuola Statale, rimane l’unica libera e l’ultimo baluardo di resistenza della formazione critica.

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